sabato 29 dicembre 2007

buon 2008

Buon 2008 a tutti...e sempre attenzione e concentrazione..ma anche ritmo e vitalità...mettete tanta follia alla vostra vita!!Buon 2008

vi auguro un felicissimo 2008 con due video..uno con i mitici bandabardò.Il secondo video invece è un esempio per tutti noi...!!mi raccomando Vitalità...
A presto






(beppeanna - bandabardò)

martedì 25 dicembre 2007

Persone da ricordare: Charlie Chaplin



Sir Charles Spencer Chaplin Jr. (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977)

Sceneggiatore, compositore, produttore cinematografico di oltre novanta film, è stato uno dei più importanti registi della storia del cinema (in particolare dell'era del film muto) e probabilmente l'attore più famoso dagli albori del cinema hollywoodiano. In generale, può essere considerato uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo.

Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli dette fama universale, fu quello del vagabondo ("The Tramp" in inglese; "Charlot" in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, con pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta per cappello, un bastone da passeggio in bamboo, e i caratteristici baffetti. L'inconfondibile andatura ondeggiante, l'accentuata emotività sentimentale, e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza ed alle ingiustizie della società moderna, ne fecero l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate.

venerdì 21 dicembre 2007

Merry Christmas









BUON NATALE A TUTTI....

Luciano

venerdì 14 dicembre 2007

Il centro Sieci




Purtoppo sono gli ultimi giorni del centro sieci,
ma niente paura presto si sposterà in un altra località.

Ecco una descrizione del centro sieci.

CENTRO SIECI

Il Centro SIeCI è in località Sieci, una frazione del Comune di Pontassieve, a circa 10 Km. da Firenze.

Situato nel podere Cerbiosa, si articola in un grande fabbricato rurale e in circa 8 ettari di terreno coltivati con le colture tradizionali della campagna fiorentina (viti, olivi, ecc).

Il complesso della Cerbiosa rappresenta un sub-sistema storico originale ed integro come Fattoria-Villa. E' costituito dalla Villa, dal giardino, dalla colonica e dai poderi. Per la particolare posizione geografica, che domina l'abitato delle Sieci, la vicinanza a Firenze e ad importanti vie di comunicazione, rappresenta anche un'unità rurale e paesaggistica di rilievo. Questi spazi accolgono da 55 anni attività originali e uniche nel campo della cultura e dell'accoglienza. Attività che hanno determinato forti interazioni con il territorio comunale e provinciale, caratterizzando l'intero complesso anche come sub-sistema di comunicazione sociale.
Un presidio ambientale integrato

Il Centro SIeCI si è insediato nel contesto della Cerbiosa nel 1997, con un progetto per la realizzazione di un centro teorico pratico sulle tematiche della sostenibilità, dell'impegno personale, della Cooperazione Internazionale. Un progetto condiviso anche dalla proprietà, che è l'Opera Madonnina Del Grappa.

Fin dall'inizio il Centro si è caratterizzato per una forte integrazione fra le attività agricole (nel rispetto dei principi dell'ecologia e della tradizione mezzadrile toscana), e le attività sociali rivolte a fornire servizi di solidarietà concreta, locale e internazionale, e servizi di comunicazione sociale: educazione, formazione, sensibilizzazione e divulgazione sui temi chiave promossi dal Centro.

Le attività svolte hanno trovato un'armonica collocazione e i risultati conseguiti danno ragione circa il successo dell'ambizioso progetto di realizzare un presidio ambientale integrato alla ruralità locale e mirato alla solidarietà, alla cooperazione internazionale, all'educazione e formazione socio-ambientale.

martedì 11 dicembre 2007

leggenda e aforismi indiani



La leggenda della Luna Piena

In una calda notte di luglio di tanto tempo fa un lupo, seduto sulla cima di un monte, ululava a più non posso.

In cielo splendeva una sottile falce di luna che ogni tanto giocava a nascondersi dietro soffici trine di nuvole, o danzava tra esse, armoniosa e lieve.

Gli ululati del lupo erano lunghi, ripetuti, disperati. In breve arrivarono fino all’argentea regina della notte che, alquanto infastidita da tutto quel baccano, gli chiese:

- Cos’hai da urlare tanto? Perché non la smetti almeno per un po’?-

- Ho perso uno dei miei figli, il lupacchiotto più piccolo della mia cucciolata. Sono disperato… aiutami! - rispose il lupo.

La luna, allora, cominciò lentamente a gonfiarsi. E si gonfio, si gonfiò, si gonfiò, fino a diventare una grossa, luminosissima palla.

- Guarda se riesci ora a ritrovare il tuo lupacchiotto - disse, dolcemente partecipe, al lupo in pena.

Il piccolo fu trovato, tremante di freddo e di paura, sull’orlo di un precipizio. Con un gran balzo il padre afferrò il figlio, lo strinse forte forte a sé e, felice ed emozionato, ma non senza aver mille e mille volte ringraziato la luna. Poi sparì tra il folto della vegetazione.

Per premiare la bontà della luna, le fate dei boschi le fecero un bellissimo regalo: ogni trenta giorni può ridiventare tonda, grossa, luminosa, e i cuccioli del mondo intero, alzando nella notte gli occhi al cielo, possono ammirarla in tutto il suo splendore.

I lupi lo sanno… E ululano festosi alla luna piena.




Quando togliamo qualcosa alla terra,
dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere
compagni con uguali diritti.
Quello che noi rendiamo alla Terra
puo' essere una cosa cosi' semplice
e allo stesso tempo cosi' difficile
come il rispetto.




L'anima sperimenta la gioia,
dolore e serenità
grazie all'unione con la mente,
le percezioni dei sensi
e le azioni del corpo.



Lascia che la vita che ti gira intorno,
ti attraversi l'anima.

domenica 9 dicembre 2007

Dio E' Morto




Testo Dio E' Morto


(feat. I Nomadi)

Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
e un dio che è morto,
ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto,
nei miti dell' estate dio è morto...

Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell' eroe
perchè è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
e un dio che è morto,
nei campi di sterminio dio è morto,
coi miti della razza dio è morto
con gli odi di partito dio è morto...

Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perchè noi tutti ormai sappiamo
che se dio muore è per tre giorni e poi risorge,
in ciò che noi crediamo dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo dio è risorto,
nel mondo che faremo dio è risorto...

Io Non Sono Qui




Trama:
Il film racconta le vicende di sei personaggi, ognuno dei quali rappresenta un aspetto diverso della vita e della musica di Bob Dylan. Finora è l'unico film sulla sua biografia ad aver ottenuto l'approvazione dell'icona della cultura pop. Il film parla della vita di Bob Dylan, degli inizi della sua carriera come cantante folk, della conquista dell'apice del successo nei primi anni '60, della controversa svolta verso il rock, dell'incidente di moto e del conseguente ritiro dalle scene fino all'ultima parte della sua carriera. Haynes è riuscito a scoprire nuove informazioni sulla vita, già analizzata a fondo, della leggenda del rock, soprattutto sulla sua infanzia e sulla sua vita privata, custodita molto gelosamente. Ogni storia esprime un aspetto della versatile personalità di Bob Dylan e ogni storia è stata girata in maniera diversa, in uno stile adatto al tema: Woody (Franklin), un ragazzo di colore di undici anni sempre in fuga; Robbie (Ledger) un seducente attore, sempre in viaggio; Jude (Blanchett) la giovane rockstar androgina; John/Jack (Bale) un idolo del folk che si reinventa come evangelista; Billy (Gere), il famoso fuorilegge, che ormai ha una certa età, che è vivo solo per miracolo.



Forse non piacerà a tutti,è un film un pò particolare, ma per me è davvero un ottimo film, lo consiglio a tutti, soprattutto a chi piace vedere film che escono dagli schemi comuni. Luciano

lunedì 3 dicembre 2007

Persone da ricordare: Felicia Bartolotta

Sono trascorsi già tre anni (7 dicembre 2004)..ma alcune persone non se ne vanno davvero mai..le portiamo sempre con noi..!!





Distribuivi garofani rossi
alle mani levate nel pugno
e il gesto restituiva
valori dimenticati
come bandiere
colorate di primavere
che dovevano ancora nascere.
Gli occhi nutrivano silenzi
grandi come orizzonti
e le parole sgorgavano dalle labbra
lievi di tenerezza
fermentate d’ironia
taglienti di sarcasmo
come quelle di tuo figlio,
una sfida per i mafiosi
che non tolleravano
la tua forza di donna
maturata nell’ombra
esplosa in un giorno di maggio
quando credevano di uccidere la vita
camuffandola da morte.
Ti sia dolce la notte
Felicia
e la gioia del tuo nome
segua i nostri passi
alla ricerca del mattino.

Umberto Santino
per Felicia Bartolotta Impastato
9 dicembre 2004

Per ricordare Felicia non toccherò questo blog fino al 7 dicembre.

domenica 2 dicembre 2007

Subcomandante Marcos - democracia, justicia y libertad




Il subcomandante Marcos (...) è un rivoluzionario messicano (?), portavoce dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Esistono, secondo una stima approssimativa, 76 comandanti, ma un solo subcomandante. Questo perché i comandanti hanno un mandato affidato loro dalle assemblee popolari e in qualsiasi momento il loro titolo potrebbe essere revocato; il subcomandante invece comanda l'esercito e per questo motivo si trova in una posizione gerarchica più alta.

Oltre al passamontagna, porta generalmente un fazzoletto rosso legato al collo ed una pipa in bocca. È identificabile rispetto agli altri comandanti zapatisti da questi due elementi.

Il bastone con il quale talvolta appare è il bastone del comando della milizia dell'EZLN, affidatogli dai comandanti. Attualmente vive in clandestinità con la milizia, sulle montagne del Chiapas.

Il nome "Marcos" sarebbe l'acronimo di alcune delle municipalità occupate dagli zapatisti nel gennaio 1994: Margaritas, Altamirano, Rancho Nuevo, Comitán, Ocosingo, San Cristobal (anche se Comitán non fu conquistata dagli zapatisti. Secondo una versione simile, la "C" identificava la comunità di Chanal).

L'identità di Marcos secondo il governo messicano

Sebbene Marcos (o il sup) compaia pubblicamente soltanto con il volto coperto da un passamontagna, il governo messicano il 9 febbraio 1995 ha dichiarato di averlo identificato nella persona di Rafael Sebastián Guillén Vicente (Tampico, Messico, 19 giugno 1957), un ex-ricercatore dell'università di Città del Messico.

Guillén è nato in Messico; figlio di immigrati spagnoli, ha studiato in una scuola gesuita a Tampico, dove presumibilmente è entrato in contatto con la teologia della liberazione. In seguito si è trasferito nel distretto federale, dove si è laureato in filosofia all'Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) con una tesi dal titolo "Filosofía y educación: prácticas discursivas y prácticas ideológicas en libros de texto de primaria". Il seguito ha lavorato come professore all'Universidad Autónoma Metropolitana.

Marcos ha sempre negato di essere Rafael Guillén. La famiglia di quest'ultimo ha affermato di ignorare dove egli si trovi e si è rifiutata di confermare o smentire l'identificazione fatta dal governo. Durante la grande marcia, che nel 2001 ha portato gli zapatisti nel Distretto federale, Marcos ha visitato l'UNAM e nel suo discorso è risultato evidente che era già stato in precedenza in quei luoghi.

Come molte persone della sua generazione, Marcos fu influenzato dalla Strage di Tlatelolco nel 1968 e entrò in una organizzazione maoista, passando posteriormente allo Zapatismo.

Comunque, l’incontro con i movimenti indigeni del Chiapas trasformò la sua ideologia avvicinandola a visioni rivoluzionarie più postmoderniste. Altre idee che ha esposto nei suoi discorsi o azioni sono più collegate con gli ideali marxisti dell'italiano Antonio Gramsci, molto popolari in Messico quando lui studiava all'università.

In realtà, come quasi da tutti riconosciuto, gli zapatisti alla morte di un subocomandante ne eleggono un successore, per portare sempre un subcomandante vivo e vegeto nel tempo, simbolo eterno della rivoluzione. Di fatti, si pensa che finora siano esistiti due subcomandanti, il primo molto probabilmente quello riconosciuto dal governo federale e probabilmente morto, il secondo, quello odierno, è di giovane aspetto, ed ha all'incirca 29 - 30 anni, del quale però non si hanno dati biografici certi. Cosa evidente è però la sua grande preparazione letteraria, si pensa quindi sia un laureato in lettere. A sostenere questa tesi, sono i ricercatori d'arti grafiche e pittura del messico.

Il Chiapas (73.887 km², 4.255.790 abitanti) è uno stato del Messico. La capitale e città più grande è Tuxtla Gutiérrez, ma la città più importante turisticamente è San Cristóbal de las Casas. Con un'estensione pari a circa un quinto dell'Italia, è una delle 32 entità federali (31 stati e 1 distretto federale) che costituiscono la Repubblica Messicana.

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (Ejército Zapatista de Liberación Nacional, spesso abbreviato in EZLN) è un movimento armato clandestino presente nel Chiapas, lo stato più meridionale del Messico ed uno dei più poveri del paese. Il più famoso portavoce dell'EZLN è il subcomandante Marcos.

L'EZLN è un movimento formato sostanzialmente da indios, discendenti dei maya con l'obiettivo di affermare i diritti delle popolazioni native messicane. Tuttavia, dai comunicati, traspare anche una volontà di partecipare al movimento mondiale anticapitalista e no-global per i diritti delle popolazioni native nelle terre, in passato, colonizzate.

Uno dei loro motti è infatti "democracia, justicia y libertad". Gli zapatisti si oppongono quindi al neoliberismo e al sistema economico attuato dal Messico dal 1982 fino ad oggi. La loro lotta però non inizia con la recente formazione dell'Esercito Zapatista, ma dura da 500 anni, si identifica cioè con la più generale lotta dei popoli indigeni contro i conquistadores europei. L'EZLN deve il suo nome al rivoluzionario messicano Emiliano Zapata.

sabato 1 dicembre 2007

Aforismi Yoga




Cercate di realizzare la forza che è in voi, cercate di farla uscire; in tal modo vedrete che tutto ciò che fate non viene da voi ma da quella verità che sta dentro voi ... perchè non siete voi, ma qualcosa all'interno di voi.

Sri Aurobindo (1872-1950), nel 1907/8

***

Colui che pratica solo la devozione è come un cieco che non sa dove andare e nel suo entusiasmo vaga in ogni direzione. Colui che pratica solo la filosofia, d'altro canto, è come un paralitico che, sebbene possa vedere la meta lontana, poiché la sua comprensione rimane solo teorica, non riesce ad avvicinarsi di un solo passo. Comunque, se l'amore e l'energia del devoto si combinano con la saggezza e la discriminazione del filosofo, si può star certi che una tal persona arriverà alla meta.

Allegoria tradizionale

***

ps: Dedicato a chi a fa oggi il compleanno..

***

venerdì 30 novembre 2007

PIANETA DIMENTICATO (radio 1)


Qualcuno parla da tempo del sud del mondo..

Dal martedì
al venerdì
alle 08:37

PIANETA DIMENTICATO" E' LA PROSECUZIONE, O MEGLIO L'ESTENSIONE, DI "PER NON DIMENTICARE L'AFRICA", LA FINESTRA INFORMATIVA APERTA PER SEI MESI DA GIUGNO A DICEMBRE DEL 2004 SUL GR1 DELLE ORE 8 DA G.D'ANNA, ALL'ORA VICE DIRETTORE DI RADIO1 E DEI GIORNALI RADIO.

L'IDEA DI UNA PAGINA QUOTIDIANA RIGUARDANTE ESPRESSAMENTE UN CONTINENTE LACERATO DA MOLTE GUERRE IGNORATE, DA EMERGENZE UMANITARIE E SANITARIE, MA RICCO DI GRANDI RISORSE E POTENZIALITA', SCATURI' DALLA SEMPLICE CONSTATAZIONE DI COME ANDASSERO PERDUTE LE DECINE DI NOTIZIE RIGUARDANTI L'AFRICA, FORNITE OGNI GIORNO DALLE AGENZIE ITALIANE E ESTERE.

UN FLUSSO CONTINUO DI NOTIZIE INUTILIZZATE E NON APPROFONDITE. UN RUBINETTO APERTO CHE FA PERDERE L'ACQUA DI PREZIOSE SORGENTI DEL SAPERE: FLASH DI UNA UMANITA' SENZA VOCE CHE LAVORA, CONSUMA, MUORE, GIOISCE O EMIGRA IN MASSA.

COME PER "NON DIMENTICARE L'AFRICA", MA CON L'ACCRESCIUTO RUOLO DI PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO ,ANCHE ''PIANETA DIMENTICATO'' E' INTERAMENTE INCENTRATO SUI REPORTAGE,LE INTERVISTE E LE TRESTIMONIANZE RIGUARDANTI NON SOLO I CONFLITTI CHE CI SI OSTINA A NON VEDERE E CHE RENDONO DISUMANA L'ESISTENZA DI MILIARDI DI PERSONE, MA PUNTA LO ZOOM INFORMATIVO ANCHE SULLE ENORMI POTENZIALITA' DI INTERI CONTINENTI COME L'AFRICA E IL SUD AMERICA PER LO PIU' IGNORATI E ABBANDONATI A SE STESSI.

L'OBIETTIVO , MOLTO PIU' IMPEGNATIVO,E' QUELLO DI FARE ACCENDERE I RIFLETTORI SU TUTTI QUEI PAESI NEI QUALI FRA IL DISINTERESSE DEI MEDIA SI STA IN PARTE CONSUMANDO IL FUTURO DELL'INTERO PIANETA.

COSI' DA TRE ANNI CON '' PIANETA DIMENTICATO'' RADIO1 MANTIENE COSTANTEMENTE APERTA UNA FINESTRA SU REALTÀ CHE HANNO IL LORO SPESSORE POLITICO ED ECONOMICO E UNA DIGNITÀ UMANA E CULTURALE CHE MERITA DI ESSERE RICONOSCIUTA,DI USCIRE ALL'ANONIMATO CUI LE RELEGA UNA SUPERFICIALE,PER NON DIRE EGOISTICA, CONCEZIONE EUROCENTRICA .

VINCITORE,COME IDEATORE E CURATORE DI "PIANETA DIMENTICATO" , DEL PREMIO NAZIONALE SAINT VINCENT DI GIORNALISMO GIANFRANCO D'ANNA - CHE ATTUALMENTE RICOPRE L'INCARICO DI VICE DIRETTORE DI GR RAI PARLAMENTO - SOTTOLINEA IN PARTICOLARE CHE ''L' AFRICA NON E' UN MONDO A PARTE E NON HA AFFATTO UN DESTINO IMMUTABILE. TUTT'ALTRO .COME GLI ALTRI CONTINENTI E' PARTE INTEGRANTE DELLA STORIA MONDIALE E NE CONDIVIDE ( MA PIU' SPESSO NE SUBISCE) SFRUTTAMENTO E VIOLENZE,SPERANZE E CONTRADDIZIONI.

SPERANZE CHE PER TRASFORMARSI IN CONCRETE INIZIATIVE DEVONO ESSERE SEMPLICEMENTE DIVULGATE E PORTATE A CONOSCENZA DELL'OPINIONE PUBBLICA".

sito pianeta dimenticato

tracy chapman







Tracy Chapman (nata il 30 marzo 1964 a Cleveland, Ohio) è una cantautrice afro-americana.

Nota per brani di grande spessore artistico come Fast Car, Give Me One Reason e Talkin' About the Revolution, Tracy Chapman viene riconosciuta dal pubblico e dalla critica come una delle più intense e raffinate cantautrici afroamericane viventi, grazie anche alla sua voce profonda e splendidamente modulata.

Tracy Chapman ha incominciato come artista di strada e cantando nei bar. Ha imparato a suonare la chitarra sin da piccola. Finiti gli studi di antropologia e cultura afroamericana alla Tufts University di Medford in Massachusetts anche grazie tramite alcune borse di studio riservate agli studenti neri meno abbienti, è stata subito notata da Brian Koppelman, figlio del produttore Charles Koppelman, che le ha permesso di pubblicare il suo primo disco nel 1988, intitolato semplicemente Tracy Chapman. Non passò molto tempo prima che la critica e il mondo musicale si accorgesse del suo talento: il primo album fuse appieno i ritmi afro, folk e rock miscelati con testi molto toccanti e storie di povertà e marginalità delle periferie americane: per tematiche e sonorità è spesso è paragonata a Joni Mitchell.
Il successo mondiale avvenne negli anni ottanta per la partecipazione ad attività benefiche come il famoso tour Human Rights Now! organizzato da Amnesty International, cantando a fianco di altri celebri cantanti in giro per il mondo.
Inoltre ha partecipato a concerti in onore del settantesimo compleanno di Nelson Mandela o al concerto-tributo a Bob Marley nel 2000.

I giornalisti del settore musicale l'hanno sempre definita come una persona chiusa, introversa, a volte burbera: incapace di adattarsi alle regole della musica commerciale di massa, spesso portando allo scontro verbale l'intervistatore. Questo atteggiamento e le grandi aspettative rispetto all'album d'esordio hanno probabilmente smorzato le vendite dei suoi successivi lavori nella grande distribuzione musicale, ma ha comunque permesso di avere una certa schiera di appassionati e critici musicali che la definiscono una delle migliori cantautrici afroamericane in circolazione.

Ha vinto altri premi e riconoscimenti per molti altri successivi album senza grandi stravolgimenti nello stile e nei racconti descritti: in tutti i suoi lavori scaturisce un vivido quadro di povertà (economica o morale) della società americana nei confronti del popolo afro.

Biography

Born in Cleveland, Ohio, Tracy Chapman began playing guitar and writing songs at the age of eleven. She was accepted into A Better Chance, the national resource for identifying, recruiting and developing leaders among academically gifted students of color, which enabled her to attend Wooster School in Connecticut, and was eventually accepted to Tufts University in Medford, Massachusetts.

In May 2004, Tufts honored her with an honorary degree of Doctor of Fine Arts, for her contributions as a socially conscious and artistically accomplished musician.

Chapman often performs at and attends AIDS charity events such as amfAR and AIDS/LifeCycle.

Although Chapman has never spoken publicly about her sexuality, Pulitzer Prize-winning author Alice Walker discussed her love affair with Chapman in an interview with The Guardian on December 15th 2006. She explained why they did not go public with their relationship at the time (the mid 1990s), and said "[the relationship] was delicious and lovely and wonderful and I totally enjoyed it and I was completely in love with her, but it was not anybody's business but ours."[1]

Career

During college, Chapman began street-performing and playing guitar in coffeehouses in Cambridge, Massachusetts. After waiting to graduate college, she signed to Elektra Records, releasing Tracy Chapman (1988). The album was critically acclaimed, and she began touring and building a fanbase. Soon after she performed it at the televised Nelson Mandela 70th Birthday Tribute concert in June 1988, Chapman's "Fast Car" began its rise on the US charts, eventually becoming a Top 10 pop hit on the Billboard Hot 100. "Talkin' About A Revolution," the follow-up, charted at #75, and was followed by "Baby Can I Hold You," which peaked at #48 The album sold well, going multi-platinum and winning three Grammy Awards, including an honour for Chapman as Best New Artist. Later in 1988, Chapman was a featured performer on the worldwide Amnesty International Human Rights Now! Tour. According to the VH1 website, "her album helped usher in the era of political correctness -- along with 10,000 Maniacs and R.E.M., Chapman's liberal politics proved enormously influential on American college campuses in the late '80s".[2]

Her follow-up album Crossroads (1989) was less commercially successful. By 1992's Matters of the Heart, Chapman was playing to a small and devoted audience. However, Chapman's fourth 1995 album New Beginning proved successful, selling over 3 million copies just in the U.S. This album included the hit single "Give Me One Reason" which won the 1997 Grammy for Best Rock Song and became Chapman's most successful single to date. The following album was 2000's Telling Stories, which featured more of a rock sound than folk. Its hit single "Telling Stories" received heavy airplay on European radio stations, and on Adult Alternative and Hot AC stations in the United States. Her sixth album was Let It Rain (2002), in support of which she toured in Europe and the US in 2003.

Where You Live, Chapman's seventh studio album, was released in September 2005. A brief supporting tour took place in major cities across the US in October and continued throughout Europe over the remainder of the year. The "Where You Live" tour was extended into 2006, the 28 date European tour featured summer concerts in Germany, Italy, France, Sweden, Finland, Norway, U.K, Russia and more. In addition, on 5 June 2006, Chapman performed at the 5th Gala of Jazz in Lincoln Center, New York.

Tracy Chapman performed in a session titled "Tales Of Passion" at the 2007 TED (short for Technology Entertainment Design) conference in Monterey, California.

mercoledì 28 novembre 2007

Vinicio Capossela



Vinicio Capossela (Hannover, 14 dicembre 1965) è un cantautore italiano.

Nato in Germania, da genitori di origine avellinese (il padre di Calitri, la madre di Andretta) torna poco dopo in Italia con la famiglia. Cresce artisticamente nei circuiti underground dell'Emilia-Romagna, fino ad essere notato e lanciato da uno dei massimi esponenti contemporanei della musica d'autore, Francesco Guccini. Vive da quasi 20 anni a Milano. Il nuovo millennio lo avvicina molto alla sua terra d'origine, l'Irpinia, e questo amore reciproco con la gente del luogo si concretizza con la cittadinanza onoraria concessagli dal comune di Calitri per onorare la sua grande genialità e creatività.

Debitore nella sua visionarietà poetica verso gran parte della letteratura del Novecento, Capossela ha scritto anche un libro, Non si muore tutte le mattine, uscito nel marzo 2004.

CARRIERA

Il suo album d'esordio, All'una e trentacinque circa, risale al 1990. Ad esso è seguito poi Modì, che prende il nome dalla canzone omonima dedicata al pittore Amedeo Modigliani ed è una ballata lenta e commovente in cui si racconta la storia d'amore tra lo stesso pittore livornese e Jeanne Hébuterne, vicenda che viene osservata dal punto di vista soggettivo della donna. Tra gli altri brani dell'album figura ... e allora mambo, che fa parte della colonna sonora dell'omonimo film con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu.

Anche l'album successivo, Camera a sud, si lega al cinema in maniera ancora più forte del precedente, sia per Che cos'è l'amor - tra i brani del primo film con Aldo Giovanni e Giacomo e Marina Massironi, Tre uomini e una gamba - sia per Zampanò, ispirato al film La strada di Federico Fellini.

Nel 1996 esce Il ballo di San Vito, l'album della svolta, definito dallo stesso Vinicio non un disco, ma una vicenda. È tuttavia, con canzoni come Accolita dei rancorosi - liberamente tratto dal libro La confraternita del Chianti di John Fante - con L'affondamento del Cinastic (che narra il fallimentare esperimento del caffè letterario Chinasky di San Giuliano Milanese) e con Corvo torvo, probabilmente ispirato al Racconto dell'economo, dai celeberrimi I racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer, che questo album rivela una palese contaminazione letteraria. In particolare è evidente l'enorme influenza del cantautore americano Tom Waits, influenza già presente nei dischi precedenti e che continuerà a contrassegnare fortemente Capossela, in studio e dal vivo.

Dal repertorio di Capossela sono da segnalare La pioggia di novembre, ripresa da Lucia Vasini, e Tanco del Murazzo, modificato da Paolo Rossi in Tango dei furiosi (parte del repertorio della trasmissione televisiva Il laureato). Ma anche Liveinvolvo, con la partecipazione della Kočani Orkestar, e, del 2000, Canzoni a manovella, in cui degne di rilievo sono la canzone d'apertura, Bardamu, dedicata a Celine, Decervallamento, anch'essa presente, seppur con qualche modifica, nella trasmissione Il laureato, Contratto per Karelias, un brano rebetiko tradotto dall'originale greco di Markos Vamvakaris dal nome Φραγκοσυριανή, Con una rosa, rielaborazione del racconto L'usignolo e la rosa di Oscar Wilde.

L'album Canzoni a manovella viene premiato dal Club Tenco con la Targa Tenco per migliore album, a pari merito con Amore nel pomeriggio di Francesco De Gregori.

Nel 2003 Capossela ha pubblicato la raccolta L'indispensabile, con una cover di Si è spento il sole di Adriano Celentano.

Nel 2006 pubblica l'album Ovunque proteggi: il chitarrista è ancora Marc Ribot, collaboratore abituale di Tom Waits, già apparso alla chitarra negli album Il ballo di San Vito e Canzoni a manovella oltre che nell'inedito "Scatà Scatà (scatafascio)" presente in Liveinvolvo. Nell'album Ovunque proteggi compare un brano intitolato S.S. dei naufragati che trae ispirazione dalla Rhyme of the ancient mariner di Samuel Taylor Coleridge, a cui si aggiungono elementi di religiosità popolare dell'Italia del sud. Sono stati realizzati come singoli radiofonici i brani "Ovunque Proteggi", "Brucia Troia", "Medusa Cha Cha Cha" e "Dalla Parte di Spessotto" (composto con musicisti di Calitri, gli stessi che suonarono al matrimonio dei suoi genitori e che lui simpaticamente ha ribatezzato "la banda della posta").

Sempre nel 2006, a novembre, esce il cd/dvd Nel niente sotto il sole - Grand tour 2006 riguardante il tour del 2006

martedì 27 novembre 2007

Sebastião Salgado



Sebastião Salgado (Aimorés, Minas Gerais, 8 febbraio 1944) è un fotografo brasiliano, attualmente vive a Parigi.

Vita e opere

Dopo una formazione universitaria di economista e statistico decide, in seguito ad una missione in Africa, di diventare fotografo. Nel 1973 realizza un reportage sulla siccità del Sahel, seguito da uno sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in Europa. Nel 1974 entra nell'agenzia Sygma e documenta la rivoluzione in Portogallo e la guerra coloniale in Angola e in Mozambico. Nel 1975 entra a far parte dell'agenzia Gamma ed in seguito, nel 1979, della celebre cooperativa di fotografi Magnum Photos. Nel 1994 lascia la Magnum per creare, insieme a Lelia Wanick Salgado, Amazonas Images, una struttura autonoma completamente dedicata al suo lavoro. Salgado si occupa soprattutto di reportage di impianto umanitario e sociale, consacrando mesi, se non addirittura anni, a sviluppare e approfondire tematiche di ampio respiro.

A titolo di esempio, possiamo citare i lunghi viaggi che, per sei anni, lo portano in America Latina per documentarsi sulla vita delle campagne. Questo lavoro ha dato vita al libro Other Americas.

Durante i sei anni successivi Salgado concepisce e realizza un progetto sul lavoro nei settori di base della produzione. Il risultato è La mano dell’uomo, una pubblicazione monumentale di 400 pagine, uscita nel 1993, tradotta in sette lingue e accompagnata da una mostra presentata finora in oltre sessanta musei e luoghi espositivi di tutto il mondo.

Dal 1993 al 1999 Salgado lavora sul tema delle migrazioni umane. I suoi reportages sono pubblicati, con regolarità, da molte riviste internazionali. Oggi, questo lavoro è presentato nei volumi In Cammino e Ritratti di bambini in cammino, due opere che accompagnano la mostra omonima edite in Italia da Contrasto.

Stile

Con studi di economia alle spalle, Salgado approda tardi nel mondo della fotografia, occupandovi subito una posizione di primo rango. Le sue opere si ispirano a quelle dei maestri europei, filtrate però dall’eredità culturale sudamericana. Esse attirano l’attenzione su tematiche scottanti, come i diritti dei lavoratori, la povertà e gli effetti distruttivi dell’economia di mercato nei Paesi in via di sviluppo. Una delle sue raccolte più famosa è ambientata nella miniera d’oro della Serra Pelada, in Brasile, e documenta un abuso dei diritti umani senza precedenti dai tempi delle grandi piramidi egiziane. Migliaia di persone sono ritratte mentre si arrampicano fuori da un’enorme cava su primitive scale a pioli, costretti a caricare sacchi di fango che potrebbero contenere tracce d’oro.

Salgado scatta nel modo tradizionale, usando pellicola fotografica in bianco e nero e una fotocamera standard da 35mm.: strumenti portatili e poco ingombranti. È nota la sua preferenza per le macchine Leica, in virtù della qualità delle loro lenti: le immagini di Salgado possono essere riprodotte in grandi formati senza perdere impatto né nitidezza dei dettagli. Particolarmente attento alla resa dei toni della stampa finale, Salgado applica uno sbiancante con un pennello per ridurre le ombre troppo intense.

domenica 25 novembre 2007

la danza - Matisse

sabato 24 novembre 2007

Per chi non segue la vita dello stormo...


Il gabbiano Jonathan Livingston non è un gabbiano come tutti gli altri. E’ un gabbiano che scopre la bellezza di librarsi nel cielo, che cerca la perfezione nel volo perché crede che il volo stesso abbia una sua insita bellezza. Non vuole più seguire la massa, rifiuta la vita dello stormo, non vuole volare solo alla ricerca di cibo, ma aspira ad un ideale diverso, ad un ideale di libertà, di spazi e cieli azzurri, di calore e luce, di soffio di vento e mare spumeggiante. Dal racconto emerge il desiderio di lottare e di distinguersi, di ottenere quello in cui crede anche a costo di non essere compreso dalla propria famiglia e dai propri simili, di essere etichettato come scomodo e ribelle. Diventa così il simbolo di chi ha il coraggio di seguire la propria legge interiore e non si lascia influenzare dai pregiudizi degli altri. E’ una metafora che riflette la condizione umana troppo spesso costretta in schemi e ruoli ingessati che non lascia spazio alla fantasia, alle aspirazioni e ai sogni.

venerdì 23 novembre 2007

Danza

La danza, una delle tre arti sceniche principali nell'antichità insieme al teatro e alla musica, si esprime nel movimento del corpo umano secondo una partitura prestabilita (coreografia) o improvvisata (nella danza libera). Spesso accompagnata da musiche o composizioni sonore, la danza nel linguaggio e nella tradizione della danza popolare può essere chiamata anche ballo.

La danza è la prima espressione artistica del genere umano perché ha come strumento il corpo. Essa è stata (ed è) parte dei rituali, preghiera, momento di aggregazione della collettività nelle feste popolari e anche occasione di aggregazione tra persone (un esempio attuale ne è la danza nelle discoteche). In ogni caso, nel corso dei secoli questa arte è sempre stata lo specchio della società, del pensiero e dei comportamenti umani.

La bachata

La bachata è nata a Santo Domingo nei primi anni del ventesimo secolo (1900-1930), fra la povera gente e negli ambienti della prostituzione, come danze liberatrici e per spezzare i ritmi duri della vita fatta di miseria e duro lavoro. Anche i testi della bachata riflettevano storie vere, storie vissute tra le baracche dei quartieri poveri, molti raccontavano storie a contenuto amoroso e sessuale. La musica veniva accompagnata da maracas e chitarra a tre corde, o di fisarmonica e guiro. La bachata era anche usata come serenata.

La particolare movenza della bachata appariva oscene e volgari: i corpi dell'uomo e della donna rimanevano infatti molto stretti ed in contatto continuo per tutta la durata del brano, tranne rarissime eccezioni. In tale posizione, la coppia si muoveva dondolando, marcando il quarto battito di ogni battuta musicale con equivoci colpi d'anca. Nella bachata delle origini non esistevano tante figure: si doveva stare abbracciati, perchè proprio quello voleva il ballo. Per questo motivo, la danza era invisa alla borghesia, ed era osteggiata dalle autorità. Per diversi decenni, la bachata, snobbata dalle classi dominanti e medio-alte, è riuscita a sopravvivere nelle usanze del popolo basso, che comunque vi percepiva una naturale facilità/possibilità di identificazione. Il ritmo romantico di tale musica e le connesse figure di danza conquistavano inevitabilmente le persone abituate a vivere di stenti e di speranze. L'amore, forse, serve più ai poveri che ai ricchi, non fosse altro che per la sua capacità di lenire i dolori.

La bachata non sarebbe diventata famosa se non fosse stata scoperta e rilanciata da grandi musicisti ed interpreti. La storia, nel bene e nel male, è fatta sempre da quelli che contano. Juan Luis Guerra intuì la dolcezza di questo genere musicale e gli dedicò un album: Bachata Rosa. Attraverso la sua mirabile maestria applicata a melodie delicatissime, il mondo ha scoperto la bachata. In verità, a partire dagli anni 80, i media dominicani avevano riportato alla luce, in una cornice di positiva rivalutazione, questa tradizione popolare che veniva da lontano. Tanto che molti cantanti e gruppi dominicani se ne fecero interpreti nelle loro tournèe inter-regionali (Rodriguez, Segura, Vargas, Santos, Rosendo, Bueno). Ma musica e danza restavano un fenomeno interno. Fù J. L. Guerra ad introdurre la bachata nei circuiti internazionali.

mercoledì 21 novembre 2007

Ad esempio a me piace il sud (Rino Gaetano)

.

Ad esempio a me piace la strada

col verde bruciato, magari sul tardi

macchie più scure senza rugiada

coi fichi d’India e le spine dei cardi

Ad esempio a me piace vedere

la donna nel nero del lutto di sempre

sulla sua soglia tutte le sere

che aspetta il marito che torna dai campi


Ma come fare non so

Si devo dirlo ma a chi

se mai qualcuno capirà

sarà senz’altro un altro come me


Ad esempio a me piace rubare

le pere mature sui rami se ho fame

ma quando bevo sono pronto a pagare

l’acqua, che in quella terra e’ più del pane

Camminare con quel contadino

che forse fa la stessa mia strada

parlare dell’uva, parlare del vino

che ancora e’ un lusso per lui che lo fa


Ma come fare non so

Sì devo dirlo ma a chi

se mai qualcuno capirà

sarà senz’altro un altro come me


Ad esempio a me piace per gioco

tirar dei calci ad una zolla di terra

passarla a dei bimbi che intorno al fuoco

cantano giocano e fanno la guerra

Poi mi piace scoprire lontano

il mare se il cielo e’ all’imbrunire

seguire la luce di alcune lampare

e raggiunta la spiaggia mi piace dormire


Ma come fare non so

Si devo dirlo ma a chi

se mai qualcuno capirà

sarà senz’altro un altro come me

lunedì 19 novembre 2007

>> La lancia della lingua vince le lance di una truppa di guerriglieri.

La parola ha una potenza tale che può uccidere più di un arma.
(Hutu-Rwanda)


Guatemala/ il poeta desaparecido

Non restano tracce nemmeno nei registri del Salvador.
guatemala/ il poeta roberto obregon
( Per apparire apparve
ma in una lista di scomparsi )

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LAS INSCRIPCIONES (Le iscrizioni)
Il segnale dell'aurora
lo portavano nel loro cuore
Popol Vuh II,Cap.VI

La señal de la aurora
la traían en su corazón
POPOL VUH II, CAP. VI

1
Non possiamo accendere i falo'
Bagnato e' il bosco
putrefatti sono i tronchi
Non possiamo spezzare le zanne del freddo
Strappare
e ricuperare le nostre ossa intorpidite
Nell'umidita' dell'acqua
ci tocco' accendere il fuoco
Nell'oscurita' della notte
noi siamo la regione piu' spessa
Al buio ci riuniamo sotto la gelata
E parliamo del nostro dafare
Di come, li, i morti continuano
giocando un gran ruolo nella guerra
come si scelgono tra tutti
chi portera' sulla spalla il maggior peso
nei momenti
di acuto pericolo
Si avvicinino quelli del fuoco
gli innamorati della vita
ci riscalderemo con questi nostri cuori
divenuti legna sotto questo rudo temporale
Ma contenti.

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No podemos encender la hoguera
Mojado está el bosque
podridos están los troncos
No podemos quebrar los colmillos del frío
Arrancar
Y recobrar nuestros huesos entumecidos
En la humedad del agua
nos ha tocado prender la hoguera
En la oscuridad de la noche
nosotros somos la región más espesa
A oscuras sesionamos bajo la helada
Y conferenciamos sobre nuestro qué hacer
De cómo allí los muertos continúan
jugando un gran papel en la guerra
De qué manera se escogen entre todos
Quiénes llevarán a la espalda el mayor peso
en los ratos
de agudo peligro
Acérquense los del fuego
los enamorados de la vida
Nos calentaremos con estos nuestros corazones
Hechos leña bajo este rudo temporal
Pero contentos

domenica 18 novembre 2007



Kenneth Loach (nato a Nuneaton, Warwickshire, Regno Unito, il 17 giugno 1936), meglio noto come Ken Loach, è un regista cinematografico britannico.

Figlio di operai, ha dedicato tutta la sua opera cinematografica alla descrizione delle condizioni di vita della classe operaia.

Con Garnett, Loach realizzò 10 episodi di The Wednesday Play, che in quegli anni rivoluzionarono il genere del dramma televisivo britannico creando il genere del docu-drama, che utilizzava tecniche documentaristiche per raccontare storie di fantasia, con l'obiettivo di creare consapevolezza politica negli appartenenti alla classe operaia e al ceto medio. Questo spirito ha poi caratterizzato tutta la sua ampia produzione successiva.

I suoi primi film per il cinema furono realizzati negli anni '60. Gli anni '70 e '80 non sono stati caratterizzati per Loach da grandi successi. Negli anni '90, però, il regista britannico è tornato in auge, ed ha realizzato alcuni film di successo, apprezzatissimi dalla critica (tra questi "Tierra y libertad" del 1995), e per tre volte è stato premiato al Festival di Cannes. Nel 1994 gli viene assegnato il Leone d'Oro alla carriera al Festival di Venezia.

Nel dicembre 2003 l'Università di Birmingham gli ha conferito una laurea honoris causa in Lettere.

Il 28 maggio 2006 la giuria del Festival di Cannes conferisce la Palma d'oro al suo film Il vento che accarezza l'erba. L'8 settembre 2007 Paul Laverty riceve l'Osella alla migliore sceneggiatura per In questo mondo libero... alla Mostra del cinema di Venezia.

Facce da tv

venerdì 16 novembre 2007

Spegnamo la tv...e impariamo a far altro..

Dobbiamo imparare a spegnere la tv, dobbiamo imparare a fare altro, a non essere pigri. Siamo l'unico animale al mondo che sta ore a guardare fisso uno schermo, e passiamo anni della nostra vita così. Potremmo fare tante altre cose, leggere un bel libro, ascoltare musica, incontrare amici , scrivere..o meglio stare soli e pensare a noi, a fantasticare, a sognare. La tv è solo figlia della nostra pigrizia, di non saper come impiegare il nostro tempo. Alcune persone si credono importanti solo perchè possono parlare da dentro quella scatola, pensate a quanti personaggi non esisterebbero, quante facce scomparirebbero dalla nostra esistenza..facce davvero inutili per noi. Loro che parlano e noi li ad ascoltare quello che dicono senza poter intervenire, senza poter dire. "senti amico..cerca di stare zitto che le tue parole sono sempre uguali, che i tuoi discorsi sono mascherati da altri fini, che ciò che dici è utile solo ai tuoi interessi". La tv ci riempie la testa di negatività, di delitti, di politica , di crisi economiche ecc. Dobbiamo informarci, ma ci sono tanti mezzi oggi per acquisire informazioni, informazioni meno confezionate, meno interessate a farci stare attaccati ad uno schermo così da acquisire soldi dalla pubblicità. La tv ,per riempire i loro palinsesti, ci parla sempre delle stesse cose negative e ci crea solo paure inutili.
Stiamo li a sentire sempre le stesse persone e farli sentire dei re, a dare sazio alla loro vanità. Facciamo altro...impariamo a capire che la tv ci fa solo perdere del tempo prezioso, la tv ruba solo il nostro tempo. Se proprio non sapete che fare..prendete quel tempo per imparare , per pensare, per amare, per conoscere, per ballare, per sognare. Odiate chi parla a senso unico, in un incontro, in una discussione, entrambe le parti hanno possibilità di crescere, la tv ci sta abituando ad ascoltare passivamente, e questo non è proprio un interazione democratica. Impariamo a discutere, impariamo ad incontrarci, impariamo a spegnere la tv e ad accendere il nostro cervello.

I 18 principi del XIV Dalai Lama

1) Tieni sempre conto del fatto che un grande amore e dei grandi risultati comportano un grande rischio.

2) Quando perdi, non perdere la lezione.

3) Segui sempre le 3 "R": Rispetto per te stesso, Rispetto per gli altri, Responsabilità per le tue azioni.

4) Ricorda che non ottenere quel che si vuole può essere talvolta un meraviglioso colpo di fortuna.

5) Impara le regole, affinché tu possa infrangerle in modo appropriato.

6) Non permettere che una piccola disputa danneggi una grande amicizia.

7) Quando ti accorgi di aver commesso un errore, fai immediatamente qualcosa per correggerlo.

8) Trascorri un po' di tempo da solo ogni giorno.

9) Apri le braccia al cambiamento, ma non lasciar andare i tuoi valori.

10) Ricorda che talvolta il silenzio è la migliore risposta.

11) Vivi una buona, onorevole vita, di modo che, quando ci ripenserai da vecchio, potrai godertela una seconda volta.

12) Un'atmosfera amorevole nella tua casa dev'essere il fondamento della tua vita.

13) Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema attuale, senza tirare in ballo il passato.

14) Condividi la tua conoscenza. E' un modo di raggiungere l'immortalità.

15) Sii gentile con la Terra.

16) Almeno una volta l'anno, vai in un posto dove non sei mai stato prima.

17) Ricorda che il miglior rapporto è quello in cui ci si ama di più di quanto si abbia bisogno l'uno dell'altro.

18) Giudica il tuo successo in relazione a ciò a cui hai dovuto rinunciare per ottenerlo.

giovedì 15 novembre 2007

leggende del sud - La leggenda di Colapesce

Molti scrittori dell'antichità parlano di un pescatore dalle qualità fisiche eccezionali, un tal Cola o Nicola nato e vissuto a Messina e figlio di un pescatore di Punta Faro. Cola era un ragazzo simile agli altri, solo che aveva moltissima passione per il mare: infatti stava giornate intere a contemplarlo.

Egli aveva un infinito rispetto per i pesci e tutti quelli che il padre riusciva a prendere lui li ributtava in acqua in modo che vivessero. Sua madre era disperata, così un giorno, per rabbia, gli lanciò una maledizione. "Possa diventare anche tu un pesce"; così fu, gli spuntarono le pinne, le branchie, e le squame.

Divenne un pesce anche di nome, fu chiamato Colapesce e cominciò a vivere sempre più in mare e sempre meno in terra. Si gettava in mare dalla punta di Messina sprofondando giù e tirando, per divertimento, le code alle murene, cavalcava i delfini e quando, dopo alcuni giorni, tornava in superficie, raccontava tutte le meraviglie che aveva visto nelle profondità marine. Molti navigatori lo incontravano lungo le loro rotte e lui indicava il percorso più conveniente per evitare la rema e le burrasche.

Colapesce era bravo corriere, infatti gli affidavano messaggi da portare in varie località; era capace di nuotare per oltre 100 chilometri e il capitano della città di Messina lo nominò palombaro.

Colapesce, che in realtà era un bel giovane, divenne così famoso che lo volle conoscere persino il re di Sicilia, il quale venne a Messina per sperimentare l'abilità di Colapesce. Fatto venire il giovane, il re con la sua nave, si portò nello stretto e lanciò in mare una coppa d'oro chiedendo a Colapesce di andare a prenderla. Quando egli risalì descrisse al re il paesaggio marino, i pesci e le piante che aveva visto.

Il re, ancora più incuriosito, gettò la sua corona in mare in un punto più lontano: Cola si tuffò e cercò per due giorni e due notti; per due volte passò sotto la Sicilia fino a quando ritrovò la corona ed emerse dal mare. Il re gli chiese cosa avesse visto e lui rispose che aveva visto la Sicilia poggiare su tre colonne: una era rotta ma resistente, la seconda era solida come granito, la terza era corrosa e scricchiolante: gli disse anche che aveva visto un fuoco magico che non si spegneva.

Il re desiderava avere maggiori informazioni: buttò nell'acqua un anello e invitò Colapesce ad andarlo a ripescare e riferirgli cosa avesse visto. Il giovane era stanco e titubava ma il re insisteva e Colapesce non se la sentiva di dire di no.

Decise di obbedire e disse che se si fossero visti risalire a galla un pugno di lenticchie e l' anello di certo non sarebbe più risalito. Così si tuffò lasciando tutti in ansiosa attesa; dopo diversi giorni, quando il re stava decidendo di andar via, si videro galleggiare le lenticchie insieme all'anello che bruciava.

Il re capì che il fuoco esisteva veramente nel mare e si rese conto che Colapesce non sarebbe risalito mai più: era rimasto a sostenere la colonna corrosa.

Finalmente..

Nov 15th, 2007

Si.. finalmente…tra due anni, ovvero dal primo gennaio 2010, i sacchetti di plastica diverrano solo ricordi… Shopper bio degradabili… e molte cose cambieranno..
I sacchetti di plastica abbandonati ovunque… strappati dal tempo e dissotterrati nel tempo .. presenti.. presenti..coloratissimi, con scritte pubblicitarie…
Spiaggie ridotte in condizioni da richiedere interventi delle Associazioni ….
Tutto questo cambierà.
Il Mater-Bi….tecnologie innovative. Mais..i coltivatori Umbri, nella Provincia di Terni, impegnati nella fornitura del Mais.. e proprio a Terni la bioraffineria sta producendo migliaia di tonnellate di granuli che si trasformano in shopper….
Questo cambiamento dovra’ comportare un nuovo stile di vita… uno stile di vita in cui, sicuramente, ci sentiremo meglio…

PENA MORTE: ONU APPROVA MORATORIA

NEW YORK, - La moratoria universale delle esecuzioni è arrivata al traguardo. L'ultimo miglio è stato al cardiopalma, ma il messaggio mandato dalle Nazioni Unite che hanno approvato oggi a vasta maggioranza la risoluzione sulla pena di morte è stato forte è chiaro: fermate il boia. La Terza Commissione dell'Assemblea Generale, quella che si occupa dei diritti umani, ha applaudito con calore dopo che il testo concordato da 87 sponsor ha ricevuto ben 99 voti a favore. 52 paesi hanno votato contro e 33 si sono astenuti al termine di un dibattito emozionante e teso, ricco di colpi di scena ma anche di soddisfazioni per la diplomazia italiana che è riuscita a tenere unita l'Europa e a costruire un vasto consenso internazionale in cinque continenti.

mercoledì 14 novembre 2007

POESIE AFRICANE

Ndjock Ngana - Poeta camerunense che vive a Roma,
autore della raccolta di poesie Nhindo nero.

VIVERE UNA SOLA VITA

in una sola città,
in un solo paese,
in un solo universo,
vivere in un solo mondo
è prigione.
Conoscere una sola lingua
un solo lavoro
un solo costume
una sola civiltà
conoscere una sola logica
è prigione.

mercoledì 7 novembre 2007

Give Peace A Chance - John Lennon

"C'era una volta.." un programma da non perdere...

Dal 7 novembre 2007 la nuova edizione

L'Occidente, cioè noi, conta poco più del dieci per cento dell'umanità se si comprende in esso anche il Giappone che dal secondo dopoguerra ne è divenuto testa di ponte in Asia. Nonostante sia minoranza, ha governato finora il pianeta forte della sua economia, delle sue istituzioni e di una pretesa sua missione civilizzatrice.

Mai come oggi però la sua immagine ed il suo ruolo sono in crisi. Il resto del mondo ci guarda alle volte con odio, spesso con timore, al massimo con invidia accusandoci di prepotenza ed ipocrisia. Ed anche fra molte elites occidentali cresce la sensazione di esser venuti meno ai valori e alle bandiere che tanto abbiamo sbandierato.

Molte delle critiche al nostro mondo sono certamente interessate, questo è vero, ma la percezione che qualcosa di importante sia realmente in crisi, giustificando la crescente crisi di immagine e credibilità di noi occidentali tra le popolazioni e le culture del resto del mondo, sostiene ed alimenta il nuovo ciclo di C'era una volta. Perché non ci amano più?

lunedì 5 novembre 2007

Nasce NIMEDIA.IT

Il nuovo sito multimediale di Nigrizia
05/11/2007

Nasce NIMEDIA.IT


Nigrizia lancia in rete Nimedia.it, sito multimediale per contenuti audio-video e una web-radio tutta africana.


I volti, le voci, le luci e i colori dell’Africa e del Sud del mondo raccolti in un sito: www.nimedia.it, il nuovo web-site multimediale del mensile Nigrizia, in rete dal 5 novembre. Un contenitore da vedere e da ascoltare in cui saranno raccolte testimonianze, interviste in voce e immagini, collegate ai testi di approfondimento di Nigrizia.it.

E’ uno spazio nel quale ascoltare le interviste in voce, vedere i filmati e acquistare video, musica, libri e, in generale, tutto il materiale prodotto da Nigrizia e Nigrizia Multimedia.
Il sito, inoltre, ospiterà nei primi mesi del 2008 una web-radio, la prima in Italia interamente dedicata all’Africa, il cui settore informativo farà capo alla redazione giornalistica di Nigrizia. Gli utenti potranno, così, ascoltare via web la radio 24 ore su 24 e intervenire direttamente in alcuni programmi radiofonici, mentre le radio avranno la possibilità di scegliere e acquistare i programmi di loro interesse.

Nimedia.it ospita anche un “online store”, un negozio virtuale per l’acquisto di video, musica, libri e, in generale, di tutto il materiale prodotto da Nigrizia e Nigrizia Multimedia.
La rivoluzione nella comunicazione comboniana avrà, infine, il suo apice nell’avvio - previsto nei primi mesi del 2008 - di una web-radio tutta africana, il cui settore informativo farà capo alla redazione giornalistica di Nigrizia.

"In un mondo sempre più gestito come ‘villaggio planetario’ - scrive padre Giuseppe Cavallini, Coordinatore del Centro Comboni Multimedia e Direttore del Museo Africano di Verona - Nigrizia multimedia è la risposta dei Missionari comboniani in Italia, alle sfide inedite poste oggi dai grandi media che monopolizzano il mercato dell’informazione. Si pone pertanto, senza presunzione alcuna, come fonte di informazione alternativa agli apparati mediatici che promuovono interessi economici e politici di parte e non si preoccupano di offrire all’opinione pubblica una informazione che sia anche formazione critica. Nigrizia multimedia, fedele alla tradizionale linea editoriale di Nigrizia, voce dei popoli dell’Africa e del Sud del mondo, intende pertanto essere megafono di chi crede in una società in cui vengano promossi valori umani ed evangelici quali la solidarietà, l’accoglienza, il dialogo interculturale, l’incontro interetnico e il rispetto per le diverse tradizioni e fedi religiose”.


Nigrizia Multimedia
Missionari Comboniani
Vicolo Pozzo, 1
37129 Verona - Italia
Tel. 045 8092296
Fax 045 8092291

www.geekcorps.org

SOLIDARIETÀ A PORTATA DI MOUSE

Geek in gergo informatico indica quelle persone che vivono l’informatica e la tecnologia come vere e proprie passioni e che credono fermamente che siano degli strumenti per migliorare la vita sia dal punto di vista sociale che economico. A questo si aggiunge una forte volontà di diffonderle e renderle accessibili al maggior numero possibile di persone.



È questa la filosofia che sta alla base dei volontari che vengono reclutati dal Geekcorps, un’organizzazione no-profit, impegnata per abbattere le barriere digitali che, unite a ben altre difficoltà, ancora si frappongono alla crescita di molti paesi in via di sviluppo.



È già presente in Mongolia e in Armenia; in Africa per il momento sta portando avanti diversi progetti in Ghana e in Rwanda. È finanziata principalmente da donazioni, sia di privati che di fondazioni, senza le quali sarebbe impossibile continuare a lavorare. Molta parte dei fondi viene da persone che sono riuscite ad avere successo nella new economy e che pensano che questa possibilità debba essere fornita anche ad altri, soprattutto a chi vive in quei Paesi in cui il vuoto di tecnologie informatiche rischia di aumentare sempre più le distanze con il resto del mondo.



Per il momento, il gruppo è composto per lo più da giovani nordamericani, europei, canadesi, australiani e sudamericani uniti da questo comune interesse. Concretamente il loro lavoro consiste nell’affiancare una società del posto per un periodo variabile tra i due e i quattro mesi, nel tentativo di insegnare ai tecnici e ai manager un migliore utilizzo della tecnologia informatica e delle comunicazioni digitali, con l’obiettivo di rendere le aziende più moderne e competitive.



Non si tratta unicamente di trasmettere le conoscenze per un impiego immediato delle stesse, anzi, quello che si prefiggono di fare è lasciare quegli strumenti e quella mentalità che permettano ai loro “allievi” di cavarsela nelle situazioni più disparate anche quando tutti i volontari se ne saranno andati. Nel poco tempo a loro disposizione, i geeks tentano di colmare il più possibile il vuoto di conoscenze - in genere comunque già sopra il livello base - che riscontrano nelle persone con cui si trovano a lavorare, spesso dotate di competenze ristrette ad un determinato campo o troppo obsolete. I risultati ci sono e sono verificabili. Molte società che erano state affiancate stanno ora proseguendo autonomamente, tra gli alti e bassi in cui incorre qualsiasi impresa, ma almeno sdoganati a livello tecnologico.


Parlando con Olivia, una giovane newyorkese tornata da poco a casa dal Ghana, capisco che è soddisfatta di quello che è riuscita a fare in così poco tempo. In quattro mesi ha tentato di condensare e raccontare cosa è successo in campo tecnologico negli ultimi dieci anni e i suoi studenti si sono impegnati per assimilare il più possibile, dimostrandosi altamente motivati e ricettivi. Ora, anche se non autosufficienti al 100%, sono in grado di affrontare diversi problemi e, nel caso in cui le difficoltà fossero proprio insormontabili, hanno sempre la possibilità di contattarla via e-mail.



Nel tempo libero i volontari viaggiano per il paese accompagnati da gente del posto, provando ad immergersi il più possibile nella nuova realtà in cui si trovano. I quattro mesi che trascorrono lì diventano quindi anche l’occasione per un incontro tra due mondi per certi versi agli antipodi ed è proprio questo uno degli aspetti che ha più entusiasmato i giovani volontari che sono riuscita a contattare. Per loro avere l’opportunità di ritrovarsi in un ambiente così diverso da quello da cui provengono, ha rappresentato un momento di grande arricchimento. Lontani da ambasciate, da altre società e associazioni occidentali, hanno potuto farsi assorbire completamente da persone, suoni, colori, cibi assolutamente estranei fino ad allora. Inoltre, per insegnare e stimolare le persone a dare il meglio di sé, racconta Olivia, bisogna impegnarsi al massimo nel conoscerle, scoprire il loro carattere e le loro aspettative. Provare a capire le loro esigenze, capacità e potenzialità, permette di penetrare più a fondo nella loro vita e nella loro cultura. Nello stesso tempo significa farsi conoscere, offrendo un’immagine forse diversa da quella che sono abituati ad avere degli occidentali.



David, impegnato in Ruanda, dice che una delle cose che più ha colpito i ruandesi è stato vedere l’entusiasmo e la disponibilità di questi giovani volontari che per alcuni mesi lasciavano famiglia e comodità per andare ad aiutare persone che si trovano dall’altro capo del mondo senza alcun compenso e senza scopi secondari, di carriera o altro, che sono non di rado l’unico motivo che spinge molti stranieri a recarsi in Africa.



Certo, racconta Olivia, sopravvive lo stereotipo dell’occidentale preparato, con profonde conoscenze tecniche - tra le quali vengono incluse la velocità nel digitare sulla tastiera e l’ottima conoscenza dell’inglese! - e sempre di corsa in tutto quello che fa. Di contro lei conferma il luogo comune nei confronti degli africani sui tempi più rilassati e il diverso interesse per il computer, spesso visto ancora come inutile e stravagante. In generale, continua, i professionisti ganesi dell’Information Technology non spendono troppo tempo navigando in internet o speculando su pure applicazioni teoriche. Si dedicano all’informatica giusto quel tanto che basta per lavorare e ottenere risultati immediati, mentre per lei è normale passare ore e ore al computer, scovare le ultime novità, partecipare a forum, ecc. A tutte e due le parti è servito quindi del tempo per capire e provare ad adattarsi ai ritmi dell’altro, ma alla fine sono riuscite a raggiungere un compromesso accorciando così la distanza iniziale. Gli studenti hanno accelerato un po’ i ritmi e si sono abituati all’idea di trovarsi di fronte un’insegnante così puntuale ed esigente, mentre Olivia ammette di essere sicuramente diventata molto più paziente e, come si definisce lei, un po’ meno hyper-driven (un termine che indica chi è contagiato dalla nevrosi e dalla frenesia delle nostre metropoli). Per chi è interessato a saperne di più, segnaliamo l’indirizzo Internet www.geekcorps.org. (a cura di Flavia Spalletti ©) [Africa]

domenica 4 novembre 2007

Favole e leggende del sud: Scilla e Cariddi

SCILLA

Secondo la leggenda Scilla era una bellissima ninfa e di lei si era profondamente innamorato il dio marino Glauco che perciò respinse l'amore di Circe.

La maga, offesa e indispettita, decise di vendicarsi mediante le sue magie: preparò uno strano succo a base di erbe misteriose, si recò presso la sorgente dove Scilla era solita bagnarsi e vi versò la terribile pozione.

Non appena Scilla si bagnò, il suo corpo subì un'orrenda trasformazione: mentre la parte superiore rimase immutata, dalla parte inferiore comparvero sei feroci cani, ciascuno con una orrenda bocca fornita di tre file di denti appuntiti, che latravano in modo impressionante.

Essi erano dotati di lunghissimi colli a forma di serpenti i quali afferravano gli esseri viventi a cui potevano arrivare e li divorava . Diventata così mostruosa, Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Da lì seminava strage e terrore contro i naviganti che imprudentemente le passavano vicino.

La leggenda racconta che, quando Eracle attraversava l'Italia con il bestiame di Gerione, Scilla divorò alcuni buoi e perciò l'eroe la uccise. Ma il dio Forco che era il padre di Scilla, con l'aiuto di alcuni incantesimi richiamò in vita il mostro.

CARIDDI

Tra le leggende più belle appartenenti al patrimonio culturale dell'antica Messina, la più nota è, senza dubbio, la leggende che ricorda l'esistenza del mostro Cariddi, mitica personificazione di un vortice formato dalle acque dello stretto di Messina.

Cariddi, ninfa mitologica greca , figlia di Poseidone e di Gea (la terra) era tormentata da una grande voracità.

Quando Eracle passò dallo stretto di Messina col l'armento di Gerione (un mostro o gigante fornito di tre teste e tre corpi uniti all'altezza della cintola), essa gli rubò alcuni buoi e li divorò. Per questo fu colpita dal fulmine di Giove, precipitata in mare e trasformata in un mostro.

Il primo a raccontare questo mito fu Omero che lo descrisse in modo così perfetto da farlo sembrare credibile; spiegò anche che Cariddi si trova di fronte a Scilla. Omero racconta che il mostro ingoiava tre volte al giorno un 'enorme quantità d'acqua e poi vomitava trattenendo tutti gli esseri viventi che vi trovava.

Anche Virgilio parla di Cariddi nel suo poema intitolato Eneide.

Dal libro "Santi, Banditi, Re, Fate e ... Odori"

sabato 3 novembre 2007

Africa unite

mercoledì 31 ottobre 2007

'WORLD PEACE CONCERT', UN DVD PER I BIMBI DELLO ZAMBIA

E' ora anche un dvd ''The World Peace Concert'', il concerto di beneficenza tenutosi lo scorso 17 gennaio a Roma nella Basilica di Santa Maria degli Angeli per una raccolta di fondi a favore dei bambini dello Zambia. Il dvd ripropone il concerto di musica lirico-sinfonica sacra tenuto dalla soprano Ines Salazar (la Tosca nel concerto per il centenario insieme a Luciano Pavarotti) con la Schola Cantorum Santa Maria degli Angeli e l'Orchestra Nuova Filarmonica di Roma, dirette dal maestro Osvaldo Guidotti.

Anche il ricavato della vendita del dvd contribuira' alla costruzione di una scuola di agricoltura a Solwezi, a nord della capitale Lusaka, di un centro medico attrezzato e di una casa per volontari. L'iniziativa benefica e' promossa dall'Associazione calabrese ''Bridge of Solidarity Pro Zambia'' che sostiene in loco la missione delle Suore Battistine, presente in Zambia da 45 anni. Alla presentazione del dvd erano presenti la soprano Ines Salazar, non nuova ad iniziative umanitarie di questo tipo, e il vescovo emerito di Mileto, Nicotera e Tropea mons.Domenico Cortese. Al concerto di gennaio, invece, fu ospite d'onore Rudolph Giuliani, candidato alla presidenza degli Usa.

Birmania

Birmania: 200 monaci in piazza
Per la prima volta dalla dura repressione di settembre
(ANSA) - RANGOON, 31 OTT - Per la prima volta dalla dura repressione di fine settembre, i monaci buddisti sono tornati in piazza in Birmania. Secondo diversi testimoni, circa 200 bonzi in saio rosso hanno marciato nel centro della citta' di Pakkoku, nel centro del Paese, pregando e cantando. 'Ci sono circa 200 monaci che stamani hanno marciato pregando. Hanno percorso la Pauk Road', ha raccontato un testimone alla Reuters.

Italia sempre più multietnica

XVII Dossier statistico sull’immigrazione Caritas/migrantes
30/10/2007

Italia sempre più multietnica


Con 700 mila arrivi nel solo 2006, gli stranieri in Italia ora sono il 6% del totale: 3 milioni e 690 mila persone. Lo afferma il Dossier immigrazione della Caritas. Con la Spagna siamo il paese europeo con l’incremento annuale più alto. Ne parliamo con Franco Pittau, responsabile scientifico del Dossier.


dossier
In Italia il 6,2 % della popolazione è di origine straniera: alla fine del 2006 erano 3.690.000 i cittadini, comunitari e non, regolari. Questi i dati diffusi oggi dal Dossier Statistico Caritas sull'immigrazione, secondo il quale nel solo 2006 la popolazione immigrata è aumentata di quasi 700 mila persone.
In questo modo, l'Italia, con la Spagna, è il paese europeo con il più alto incremento annuale di arrivi di stranieri. "La migrazione è diventata una dimensione strutturale dell'Italia. Il futuro, fra 20 o 30 anni. dice che diventeremo tra i più grandi paesi di migrazione nel mondo e quasi indubbiamente il 1° paese d'immigrazione in Europa superando la Germania" lo afferma Franco Pittau, responsabile scientifico del Dossier statistico immigrazione caritas/migrantes.

In base al rapporto, nel 2006 è aumentata anche la presenza di donne immigrate, che ora rappresentano la metà degli stranieri in Italia. Un fenomeno che deve molto, probabilmente, ai ricongiungimenti familiari : 82.330 sono stati, nel 2006, i visti rilasciati per questo motivo; 19.604quelli per studio, soprattutto universitario; poco più di 3.000 quelli per motivi religiosi, solo 928 per residenza elettiva.

I lavoratori stranieri in Italia un tasso di occupazione molto alto (anche tra le donne immigrate rispetto a quelle italiane: il 58,4% a fronte di poco più del 51%), e incidono per il 6,1% sul Prodotto Interno Lordo italiano. Quasi il 60% di loro vive e lavora nel Nord Italia, per un totale di oltre 2 milioni di persone %; nelle regioni del Centro vivono circa 1 milione di stranieri (26,6%), mentre nelle regioni del Sud vive quasi il 14% degli immigrati, più di mezzo milione di persone.

La consapevolezza del cambiamento in atto sfugge, però, alla politica "C'è molta incoscienza" continua Pittau, "Occorre una base condivisa: i politici purtroppo sulla gestione del fenomeno migratorio non si sono messi d'accordo e questo penalizza enormemente l'Italia".

martedì 30 ottobre 2007

Rino Gaetano



Rino Gaetano pseudonimo di Salvatore Antonio Gaetano (Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981) è stato un cantautore italiano.


« ...Beati i bulli di quartiere perché non sanno ciò che fanno / ed i parlamentari ladri che sicuramente lo sanno... »

(Rino Gaetano)

Biografia [modifica]

Nato a Crotone, in Calabria, Rino Gaetano si trasferì a Roma a dieci anni per motivi di lavoro dei genitori e nella città capitolina visse per tutto il resto della sua vita.

Dopo le prime esibizioni al Folkstudio, viene scoperto da Vincenzo Micocci, e il debutto discografico avviene nel 1973: usando lo pseudonimo Kammamuri's, pubblica per la It il 45 giri I love you Marianna (sul lato B Jaqueline); prodotto da Antonello Venditti e Piero Montanari, la canzone del lato A potrebbe essere interpretata come un'orecchiabile metafora sulla marijuana. In realtà qui si riferisce all'affetto che lo legava alla nonna Marianna, con la quale giocava da piccolo, e gioca sul doppio senso della parola.

Nel 1974 pubblicò il suo primo album, Ingresso libero, che non ottenne particolari riscontri di vendita né di critica, pur mostrando già i segni dello stile estroso e strampalato che avrebbe caratterizzato la sua breve ma folgorante carriera; tra i brani presenti da ricordare Ad esempio a me piace il sud (già nota perché incisa l'anno precedente da Nicola Di Bari con un testo leggermente diverso) e I tuoi occhi sono pieni di sale.

Il successo arrivò l'anno dopo con il 45 giri Ma il cielo è sempre più blu.
Rino Gaetano durante una delle sue esibizioni
Rino Gaetano durante una delle sue esibizioni

Nel 1978 Rino Gaetano partecipò al Festival di Sanremo con la canzone Gianna (canzone con la quale non voleva presentarsi, in quanto lui avrebbe preferito Nuntereggaepiù che comunque avrà un gran successo in seguito), con cui si piazzò terzo alle spalle di Anna Oxa e Matia Bazar. La hit parade ribaltò i risultati del Festival, e Gianna rimase per diverse settimane al primo posto in classifica.

In realtà al Festival non voleva proprio partecipare ma costretto dalla casa discografica, per ripicca presentò una canzone riadattata sugli accordi di Berta Filava cambiando il testo e usando soprattutto la chitarra (questo dichiarò lui). Ottenne il risultato che si aspettava e confermò come una pseudo cover senza troppe pretese e impegno artistico poteva, e può ancora, concorrere ad una manifestazione canora che, secondo il suo parere, era sempre più in declino.

Artista estremamente poliedrico, nel 1981 recitò nel Pinocchio di Carmelo Bene a Roma nel ruolo della volpe.

Purtroppo la carriera di Rino Gaetano si interruppe tragicamente con la sua morte, a soli trent'anni, in un incidente stradale avvenuto a Roma il 2 giugno 1981. Pochi giorni prima era rimasto coinvolto in un altro scontro dal quale era uscito miracolosamente illeso: la sua auto, una Volvo 343, era rimasta completamente distrutta, ma egli subito ne acquistò un'altra uguale. Il secondo incidente invece si rivelò fatale: la vettura nuova di zecca si schiantò, infatti, contro un camion sulla via Nomentana all'altezza dell'incrocio con viale XXI aprile. Sia pur prontamente soccorso, in fin di vita, il cantante venne rifiutato da ben cinque ospedali, una circostanza sorprendentemente simile a quella narrata in uno dei suoi primi testi, e morì per la gravità delle ferite riportate, per giunta a pochi giorni di distanza dalla data fissata per il suo matrimonio. È sepolto al cimitero del Verano.

Una casa editrice italiana in arabo

Nasce Sharq/Gharb (Est/Ovest), nuova filiale Edizioni E/O
(ANSA) - ROMA, 29 OTT - Si chiama Sharq/Gharb (Est/Ovest) la 1/a casa editrice italiana in lingua araba. E' una nuova filiale delle Edizioni E/O nate a Roma nel '79. Edizioni sbarcate nel 2005 negli Usa con il marchio Europa Editions. Questo e' dunque il terzo progetto di un editore che si propone di 'creare ponti fra i popoli attraverso la letteratura' e che ora punta a 'stabilire un contatto diretto tra Europa e mondo arabo, tra scrittori e lettori arabi ed europei in entrambe le direzioni'.

Redemption Song di Bob Marley

Testo della canzone (lingua originale)

Old pirates, yes, they rob I;
Sold I to the merchant ships,
Minutes after they took I
From the bottomless pit.
But my hand was made strong
By the 'and of the Almighty.
We forward in this generation
Triumphantly.
Won't you help to sing
These songs of freedom? -
'Cause all I ever have:
Redemption songs;
Redemption songs.

Emancipate yourselves from mental slavery;
None but ourselves can free our minds.
Have no fear for atomic energy,
'Cause none of them can stop the time.
How long shall they kill our prophets,
While we stand aside and look? Ooh!
Some say it's just a part of it:
We've got to fulfil de book.

Won't you help to sing
These songs of freedom? -
'Cause all I ever have:
Redemption songs;
Redemption songs;
Redemption songs.

Emancipate yourselves from mental slavery;
None but ourselves can free our mind.
Wo! Have no fear for atomic energy,
'Cause none of them-a can-a stop-a the time.
How long shall they kill our prophets,
While we stand aside and look?
Yes, some say it's just a part of it:
We've got to fulfil de book.
Won't you help to sing
Dese songs of freedom? -
'Cause all I ever had:
Redemption songs -
All I ever had:
Redemption songs:
These songs of freedom,
Songs of freedom.

Testo della canzone (traduzione italiana)

Canto Della Redenzione

Vecchi pirati, si, hanno fregato me
Venduto me alle navi di mercanti
Qualche minuto dopo aver tolto me
Dall'inferno senza fondo
Ma la mia mano venne fortificata
Dalla mano dell'onnipotente
Progrediamo trionfalmente in questa generazione
Ho sempre avuto solo canti di libertà
Perché non ci aiuti a cantare questi canti di libertà
Ché ho sempre avuto solo canti di
redenzione, canti di redenzione
Emancipatevi dalla schiavitù mentale
Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente
Non aver paura dell'energia atomica
Che nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti?
Mentre stiamo da parte e guardiamo
Alcuni dicono che è solo un ruolo
Dobbiamo adempiere il libro
Aiutaci a cantare questi canti di libertà
Che è quanto ho sempre avuto,
Canti di redenzione, canti di redenzione
Canti di redenzione
Emancipatevi dalla schiavitù mentale
Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente
Non aver paura dell'energia atomica
Che nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti?
Mentre stiamo da parte e guardiamo
Alcuni dicono che è solo un ruolo
Dobbiamo adempiere il libro
Aiutaci a cantare questi canti di libertà
Che è ciò che ho sempre avuto, canti di redenzione
Ho avuto solo canti di redenzione
Questi canti di libertà, canti di libertà